giovedì, Ottobre 10, 2024

Cinquant’anni in sospeso: le piattaforme aeree

Un lavoro, qualsiasi sia, richiede sempre accortezza per essere svolto in maniera adeguata. Ma se quello stesso lavoro lo prendiamo e lo spostiamo, rendendo essenziale eseguirlo a venti metri da terra, nasce una serie non indifferente di complicazioni: anzitutto, come è ovvio, tutte le preoccupazioni legate alla sicurezza di chi si troverà a lavorare non con i piedi ben piantati a terra, ma sollevato in qualche modo ad un’altezza da cui cadere sarebbe problematico o fatale; in seguito, precisi problemi economici, perché arrivare a costruire una piattaforma che permetta l’accesso al punto elevato su cui lavorare, e intanto possa accogliere, appunto in sicurezza, sia i lavoratori che i loro strumenti, ha un costo considerevole; e in terzo luogo, problemi significativi di tempo, perché alle ore di lavoro necessarie per l’attività in sé andranno inevitabilmente aggiunte quelle per installare tutte le strutture di ponteggio di cui abbiamo parlato, e in seguito quelle per smontarle sgomberando l’area. Per questi motivi, come alternativa alle strtture tradizionali, sono state inventate, e diffuse in tutti i cantieri del mondo, le piattaforme aeree.

Questi dispositivi sono piuttosto recenti, e la loro invenzione non risale a nemmeno cinquant’anni fa; ne fu responsabile, quasi soltanto, un inventore statunitense, di nome John L. Grove, che ne costruì il primo prototipo su proprio progetto nel 1969. Grove era nato nel 1921, ed era padrone e amministratore in Pennsylvania di una fabbrica che costruiva carri agricoli, la Grove Manufacturing Company, già nel 1947, insieme ai suoi fratelli Wayne e Dwight. Quando si trovò ad avere bisogno di spostare grandi quantità di acciaio pesante per esigenze di produzione, John mise in pratica le sue conoscenze di idraulica e costruì un modello di quella che, dopo alcune migliorie, sarebbe divenuta la prima gru idraulica industriale mobile. Un prodotto tanto interessante valeva più di tutti i carri agricoli del mondo, e infatti la ditta fu presto riconvertita per produrne in serie; in poco tempo, divenne leader mondiale nel settore delle gru. Dopo un decennio, fu Grove a realizzare il sistema idraulico per allungare le scale di soccorso dei pompieri; e dopo altri dieci anni, sotto il marchio della Condor Industries, la nuova azienda fondata con Paul Shockley dopo avere lasciato l’azienda di famiglia, realizzò il piano di cui parliamo: un carro semovente, dotato di una impalcatura telescopica che permettesse di innalzare una piattaforma e rendere fattibile il lavoro a grandi altezze in sicurezza e scioltezza.

Ovviamente, come sempre accade in ingegneria, quel primo modello generò una grande abbondanza di varianti e migliorie, e oggi abbiamo una grande gamma di piattaforme aeree disponibili sul mercato. Si parte dalla più ridotte, che hanno il nome di “Vertical Mast” e montano un mero braccio idraulico estendibile per alzare la postazione di lavoro, per andare alle “Scissor”, nelle varianti elettriche e Diesel, dove il cesto che i lavoratori occupano viene innalzato a grande altezza da un pantografo; e all’altro capo della gamma abbiamo i “Boom-lift”, equipaggiati con bracci telescopici articolati con i quali è possibile portare la piattaforma di lavoro fino a quaranta metri di altezza, e che sono dotati di una serie di sistemi di stabilizzazione per mantenerli saldi e sicuri anche con il braccio interamente esteso in verticale. E questo grazie ad un piano nato quasi per caso, cinquant’anni fa.