giovedì, Ottobre 10, 2024

Storia breve della Borsa valori

Non importa quanto siano diventati precisi e accessibili i sistemi di comunicazione finanziaria, tesi a esporre in maniera trasparente e rapida il significato reale dei complessi dati economico-finanziari che risultano dall’analisi del mercato e delle aziende che lo compongono; quando parliamo al grande pubblico della Borsa Valori, questo risulta comunque un mondo misterioso, incomprensibile e quasi pauroso, come se fosse governato da leggi e sistemi completamente alieni a quelli a cui siamo abituati, come se fosse un’invenzione recentissima che ancora non c’è stato tempo di osservare e capire. Ma la realtà è ben diversa, e la Borsa Valori, così come la finanza in genere, esiste e fa parte della nostra società da secoli. Proviamo a ripercorrerne la storia, e scoprire che, tutto sommato, non fa tutta questa paura.

Sarà conveniente iniziare da un concetto che a taluni, forse, potrà anche parere un po’ troppo banale, ma in realtà è basilare, per capire cosa sia la Borsa e quanto sia antica: l’oggetto dello scambio, in una Borsa valori e in generale nella finanza, non è altro che il debito stipulato da qualcuno (che può essere un’azienda o una persona, in linea generale) con qualcun altro. E di sicuro nella nozione di debito, così come di prestito ad interesse, c’è ben poco di nuovo: le prime tavolette d’argilla che ne parlano sono infatti databili alla civiltà Mesopotamica di cinquemila anni fa, e nel codice Babilonese di leggi scritto da Hammurabi, quattromila anni fa, ci sono già precise leggi che lo regolamentano. Ma la finanza è un po’ più complessa del semplice debito, e non tutti gli storici sono d’accordo nel datarne le prime manifestazioni.

C’è infatti chi sostiene che le origini risalgano alle societates publicanorum della Repubblica Romana, che si occupavano di prestare servizi per il governo (come, curiosamente, il nutrimento delle Oche Capitoline in ringraziamento per avere avvisato, col loro verso, dell’arrivo dei Galli nel 390 AC.) .Secondo l’Economista Malmendier, queste erano organizzate con partecipazioni, come evidenziato in un’orazione di Cicerone, scambiabili e a valore oscillante – di fatto, delle azioni. Secondo altri, l’origine si ritrova meglio con la nascita delle obbligazioni nell’Italia Rinascimentale e Tardomedievale, come i Prestiti forzosi della Repubblica di Venezia nel 1171, dei pagamenti degli interessi sui quali abbiamo tracce precise e complete, senza che ne manchi una, dal 1262 al 1379.

Con il tempo, il centro delle attività finanziarie si spostò nel Nord Europa, e nel 1602, ad Amsterdam, fu fondata con azioni agevolmente negoziabili la Società delle Indie Orientali: perfino gli storici più prudenti non vanno oltre questa data nel constatare la nascita del mercato azionario, e anche della confusione che lo circonda, visto che è del 1688 il primo libro sull’argomento, di Joseph de la Vega, e che si intitola esattamente “Confusione delle Confusioni”. Pochi anni dopo nasce la grande London Stock Exchange, e all’inizio del secolo successivo, nel 1720, scoppia anche la prima “bolla” finanziaria della storia, che rallentò temporaneamente gli scambi, e nel 1790 iniziò a formarsi il mercato azionario dei giovani Stati Uniti d’America. Come vediamo, nulla di nuovo: e il resto è storia!