venerdì, Aprile 19, 2024

Proteggere le superfici metalliche: la cromatura

Il trattamento che definiamo di cromatura ha la funzione di dare un livello di protezione superficiale ad un oggetto di ferro o di acciaio. A tale scopo, il manufatto viene rivestito interamente di cromo, elemento scelto per la sua tipica durezza e resistenza alla corrosione e all’abrasione.

La cromatura viene praticata tramite diverse procedure, a seconda dello specifico lavoro che si sta svolgendo:- Procedimento GalvanicoIl processo galvanico è caratteristico di quelle situazioni dove si ha un oggetto di ferro o di acciaio che, durante l’utilizzo, si è usurato e ha perduto una frazione della sua superficie, il che lo ha reso inefficace a svolgere la sua applicazione.

La cromatura, in questo caso, ha oltre allo scopo di difendere l’utensile anche quello di ripristinarne lo spessore; grazie alla tipica durezza del cromo, dopo una rettifica del pezzo questo è adeguato al reimpiego e quindi nuovamente utilizzabile. Un esempio d’utilizzo di questo metodo si ha nell’industria laterizia, dove gli stampi per l’estrusione dell’argilla presentano parti mobili che sono sottoposte a sfregamento continuo con l’impasto di terra ad alte pressioni e ne vengono usurate severamente, per riportarle a piena funzionalità.- Processo tradizionaleNel caso del procedimento di cromatura tradizionale, i pezzi che debbono essere cromati vengono immersi successivamente in diverse serie di specifici bagni.

La prima di queste ha funzione di sgrassatura e pulitura, e consta abitualmente di una soluzione elettrolitica di soda caustica o acido cloridrico, seguita da opportuni bagni di lavatura. Nella seconda fase, le componenti da cromare vengono immerse inizialmente in una nuova soluzione elettrolitica, questa volta di nichel, nella quale rimangono a lungo. Lo scopo è quello di farli ricoprire da uno strato continuo di questo metallo, che uniforma la superficie del pezzo eliminando anche le asperità più minuscole, così da prepararlo ad accettare il successivo bagno in cromo. I pezzi vengono poi di nuovo lavati.

Come tappa finale del processo, si sottopone la batteria di pezzi da cromare ad un bagno definitivo, appunto in soluzione elettrolitica di cromo. Per molto tempo, a questo scopo si è utilizzato in maniera quasi esclusiva il cromo esavalente, mentre oggigiorno, per motivi ecologici, si usa sempre più spesso il cromo trivalente, che pare infligga meno danni all’ecosistema.Nel caso si desideri conseguire il tipo di cromatura detto “opaco”, sempre in questa fase finale si aggiunge alla serie un bagno in oli particolari, i quali ricoprono uniformemente di microbolle l’intera superficie dei pezzi, risultando appunto in una superficie non lucida ma satinata. Si tratta di una metodologia di lavoro molto applicata, per esempio, nella fabbricazione di arredamenti.

– Cromatura “flash” La differenza che caratterizza questo tipo di processo è che esso permette di applicare strati sottilissimi di cromo (di spessore compreso fra gli 0.003 e gli 0.007 mm) con estrema celerità, e senza rettifica, il che permette di raggiungere velocità di produzione intorno ai 300-400 pezzi l’ora, con lo svantaggio però di richiedere corrente molto più elevata rispetto alle altre tecniche. La sua applicazione principale si ha nella lavorazione di componenti molto piccoli, come le valvole di aspirazione dei motori. I vantaggi della cromatura, come abbiamo detto, sono la riduzione della corrosione e un deciso incremento della durezza; di contro, possono permanere delle tensioni superficiali che indeboliscono il pezzo, e principalmente una qualunque rottura, o semplice porosità, dello strato di cromo porta il ferro o l’acciaio sottostanti ad una corrosione localizzata ed enormemente intensa (come possiamo avere rilevato, di prima mano, sulle vetture con dettagli cromati dopo qualche decennio.)